La CNESC, il Forum Nazionale del SC, AOI e la Rappresentanza dei Volontari esprimono apprezzamento per la disponibilità al confronto, avviato dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale assieme al MAECI, per risolvere il problema del blocco delle partenze dei 350 giovani del Servizio Civile Universale per l’estero. Lo scorso 13 agosto il Dipartimento con una nota sul proprio sito ha bloccato le partenze dei volontari del Servizio Civile diretti in 19 Paesi esteri inseriti in una lista redatta dal Ministero degli Esteri. Questa decisione riguarda circa 350 giovani in progetti già avviati a maggio e giugno o da avviare a settembre. Al momento sono in attesa di partire per le destinazioni estere, tranne 70 circa già in loco. L’incontro che si è tenuto il 26 agosto è solo il primo passo. Ribadiamo la richiesta già avanzata durate l’incontro sull’urgenza e la necessità di riconvocare in tempi stretti il Tavolo di Confronto, al fine di poter individuare soluzioni che consentano di sbloccare le partenze per tutti i Paesi esteri e di vedere valorizzate le legittime aspettative di tutti quei giovani che hanno volontariamente e consapevolmente rinunciato a lavoro, studio e ad altri progetti per impegnarsi nell’esperienza di Servizio Civile. Considerato che il MAECI stesso ha ribadito durante l’incontro che il parere negativo espresso sui 19 Paesi non è da intendersi come divieto, ma come invito a Enti e volontari di prendere coscienza della situazione rispetto ai rischi presenti in quei Paesi, e di assumere un approccio ancora più consapevole e responsabile e di organizzarsi di conseguenza per far fronte a tali rischi, chiediamo alla Ministra Dadone e al Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Universale di non frapporre ulteriori ostacoli alle partenze per l’estero. Nell’incontro del 26, inoltre, come anche dichiarato dalla Ministra al quotidiano “Avvenire”, c’è stata una positiva apertura, anche se con qualche limitazione territoriale, per 6 dei 19 Paesi della black list (Mozambico, Kenya, Etiopia, Ecuador, Perù e Colombia), ma rimangono forti criticità per tutti gli altri Paesi della lista per i quali il Capo Dipartimento ha ipotizzato il rinvio delle partenze al 2022. Prospettiva inaccettabile in quanto allungherebbe ulteriormente il periodo di incertezza per centinaia di giovani, molti dei quali hanno vissuto un’analoga situazione l’anno scorso quando è scoppiata la pandemia e i progetti sono stati sospesi. Le soluzioni proposte al Governo da Enti e volontari:
- Considerata l’esperienza maturata dagli Enti in questi anni nella valutazione e nella gestione dei rischi, si chiede che sia data la possibilità di condividere caso-per-caso le proprie valutazioni in merito al livello di rischio dei luoghi di realizzazione del progetto, così da potersi confrontare con le valutazioni fatte dal MAECI per arrivare ad una soluzione condivisa, ponderata, uniforme e soprattutto quella più realistica possibile da porre sul campo.
- Si chiede l’adozione da parte del Dipartimento di un provvedimento – analogo a quello assunto nell’ottobre del 2020 in una situazione sanitaria molto più sfavorevole dell’attuale, per entità dei contagi e per l’assenza di vaccini – che richieda e consenta agli Enti di assumersi la responsabilità della valutazione del rischio presente nei singoli contesti d’intervento e ai giovani di dichiarare la propria consapevolezza dei rischi presenti nel Paese di destinazione.
- Si chiede di inserire i giovani in Servizio Civile tra le categorie che possono recarsi nei Paesi del cosiddetto “elenco E” del DPCM 2 marzo 2021 e successive ordinanze del Ministero della Salute.
- Rimane inoltre la richiesta, in linea con quanto fatto l’anno scorso, di permettere eccezionalmente a tutti i volontari che non siano potuti partire o successivamente abbiano deciso di interrompere il loro servizio di ricandidarsi ai prossimi bandi di Servizio Civile, inclusa l’ipotesi, altresì concessa l’anno scorso, del superamento del 29° anno di età.
Enti e giovani manifestano, inoltre, preoccupazione per l’intenzione del Dipartimento di avviare il 16 settembre nuovi progetti da realizzare nei 19 Paesi della black list per i quali, dunque, lo stesso Dipartimento non consente le partenze estere. Una scelta, questa, che appare contradditoria e che rischia solo di aumentare la confusione e l’incertezza nei giovani che inizierebbero il loro servizio, ma senza avere la certezza di partire per l’estero. Alla preoccupazione per la situazione attuale si aggiunge, infine, quella per i progetti presentati nella scorsa primavera e che il Dipartimento sta al momento valutando. Questi progetti potrebbero essere esclusi o ridimensionati nel caso di valutazioni negative sui rischi da parte del MAECI non temperate dalle risultanze derivate dal confronto sulle condizioni presenti sul campo. Se così fosse, sarebbe la condanna alla marginalità di un’esperienza che finora è stata di avanguardia, che vede come protagonisti i giovani in quanto difensori civici e costruttori di processi di pace. Nella speranza che le Istituzioni si assumano la responsabilità di attuare le finalità del Servizio Civile, a cui sono prioritariamente preposte e si adoperino per costruire assieme agli Enti le condizioni migliori possibili per garantire l’attuazione dei progetti all’estero e la partenza dei volontari, attendiamo fiduciosi la prossima convocazione del Tavolo e lo sblocco delle partenze.