Con una dichiarazione comune pubblicata oggi, nasce la coalizione globale #StopEuMercosur, che riunisce associazioni, organizzazioni sindacali, indigene e reti di movimento in America Latina ed Europa, tra cui la campagna Stop TTIP Italia. La richiesta è chiara: i governi devono cancellare il trattato UE-Mercosur e difendere la vita e l’ambiente, avviare una cooperazione basata su criteri di solidarietà e non sulla deforestazione e il commercio di prodotti che impattano sull’Amazzonia, sul clima e sui diritti umani.
L’accordo, siglato il 28 giugno 2019 dopo vent’anni di negoziati, ora attende la ratifica delle istituzioni europee e dei parlamenti nazionali. Ma come è stato più volte dimostrato, se entrerà in vigore alimenterà ulteriormente la deforestazione, le violazioni dei diritti umani e la crudeltà sugli animali, distruggendo così i mezzi di sussistenza sia in Europa che in Sud America, danneggiando l’agricoltura di piccola scala, i lavoratori e le comunità indigene.
Per questo motivo, la coalizione delle organizzazioni della società civile invita i leader politici dell’Unione europea e del Mercosur a sospendere l’accordo. Secondo Monica Di Sisto, portavoce della campagna italiana, “il trattato appartiene a un modello commerciale obsoleto che ha contribuito alla crisi climatica. Serve unicamente gli interessi delle grandi aziende a scapito dell’ambiente, e divarica ulteriormente la forbice delle diseguaglianze. Ci chiediamo cosa aspetti il nostro Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a battere un colpo come hanno fatto altri suoi colleghi europei. È preoccupante che non si sia ancora espresso nonostante le ripetute sollecitazioni del mondo agricolo, sindacale e associativo”.
Anche perché l’accordo UE-Mercosur “è di uno scambio fra carne e biocarburanti dal latinoamerica e automobili tedesche – prosegue Di Sisto – Otre agli impatti sull’agricoltura europea, rappresenta quindi una minaccia imminente per i posti di lavoro nel settore industriale dei paesi del Mercosur. Non fa bene a nessuno perpetuare la dipendenza dell’America latina dall’esportazione a basso costo di materie prime ottenute attraverso la distruzione di risorse naturali. Dovremmo piuttosto favorire lo sviluppo di economie solide, diversificate e resilienti, privilegiando le filiere corte e il mercato interno. Tutto il contrario dell’accordo UE-Mercosur”.
A seguito delle forti pressioni della società civile, diversi Stati membri – come Austria, Francia, Belgio e Lussemburgo – e il Parlamento europeo hanno espresso le loro preoccupazioni e la procedura di ratifica è sospesa. La Commissione europea sta conducendo discussioni con i paesi del Mercosur per valutare delle “condizioni di pre-ratifica”, che potrebbero sfociare in un protocollo aggiuntivo al documento. Ma la coalizione sostiene che questo escamotage non risolverebbe nessuna delle questioni sollevate, perché il testo dell’accordo non cambierebbe. Il capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile, ad esempio, rimarrebbe inapplicabile, in spregio alle convenzioni internazionali sul lavoro e l’ambiente. Un altro commercio è possibile, scrivono le 450 organizzazioni nella dichiarazione lanciata oggi: deve sostenere, piuttosto che minare, gli sforzi per creare società socialmente giuste ed ecologicamente resilienti, basate sui principi di solidarietà, protezione dei diritti umani e della biosfera. Pertanto la coalizione chiede ai leader politici di agire di conseguenza e nell’interesse delle persone, non dei profitti, e di fermare l’accordo UE-Mercosur.