AOI esprime soddisfazione per le nuove misure provvisorie ordinate dalla Corte Internazionale di Giustizia oggi 24 maggio 2024.
Nella sua terza ordinanza, la Corte stabilisce che, oltre a quanto già previsto nelle due precedenti ordinanze, Israele:
- Sospenda immediatamente l’offensiva militare e qualsiasi altra azione nel Governatorato di Rafah possa infliggere al gruppo palestinese di Gaza condizioni di vita che potrebbero causarne la distruzione totale o parziale;
- Mantenga aperto il valico di Rafah per garantire la fornitura senza ostacoli di beni di prima necessità urgentemente necessari e di assistenza umanitaria;
- Adotti misure efficaci per garantire l’accesso senza ostacoli alla Striscia di Gaza di qualsiasi commissione d’indagine, missione d’inchiesta o altro organismo investigativo incaricato dagli organi competenti delle Nazioni Unite di indagare sulle accuse di genocidio.
“Chiediamo al nostro governo e al nostro Parlamento di rispettare gli obblighi in capo all’Italia di fare tutto quanto in proprio potere per garantire il rispetto delle misure stabilite” dichiara Silvia Stilli, presidente di AOI. “Senza un cessate il fuoco immediato e permanente, l’apertura di tutti i valichi terrestri per l’ingresso di aiuti umanitari e l’accertamento dei crimini commessi nella Striscia di Gaza non potranno esserci né pace, né giustizia. Chiediamo che l’Italia faccia la propria parte, a partire dalla effettiva e immediata sospensione di qualsiasi fornitura militare a Israele, dalle pressioni diplomatiche affinché Israele rispetti quanto ordinato dalla Corte al fine di evitare che si consumi il crimine di genocidio. La sofferenza inflitta alla popolazione civile palestinese si sta configurando come una delle più gravi catastrofi umanitarie del nostro secolo. L’Italia agisca in tutte le sedi internazionali per sostenere ed implementare risoluzioni e proposte in linea con il diritto internazionale e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Il diritto internazionale torni ad essere la bussola dell’azione politica, nel rispetto della nostra Costituzione e dello spirito e della lettera della Carta delle Nazioni Unite”.