AOI

La Rete delle organizzazioni di AOI è vicina a Cecilia Sala, detenuta da giorni in Iran nella prigione di massima sicurezza di Evin, senza che se ne conosca il capo di accusa. Lo abbiamo appreso ieri.

Cecilia Sala è una giornalista competente, di rara professionalità e coraggio. È andata in Iran seguendo i canali formali, non è stata una scelta azzardata e fuori regola. Ha atteso i permessi, senza tacere alle autorità iraniane, nel chiedere il visto di entrata, quale fosse l’obiettivo del suo viaggio, in linea con il suo ‘mestiere’: aggiornare sulla situazione nel Paese e intervistare difensori dei diritti in un regime autoritario religioso che li nega. Soprattutto alle donne. Non possiamo lasciarla sola. Da sempre, nelle zone di conflitto nel mondo gestite da regimi autoritari o di pericolo per la democrazia, le organizzazioni umanitarie e il mondo dell’informazione sono obiettivi, perché scomodi testimoni. Nei prossimi giorni serve una mobilitazione visibile perché Cecilia Sala non divenga un ostaggio per l’Iran da usare a fini politici” commenta la Presidente AOI Silvia Stilli.

AOI chiede al Presidente iraniano Masoud Pezeshkian, riformista, pur demansionato di poteri, che si mobiliti perché Cecilia venga rilasciata: lo faccia pubblicamente nei confronti dell’ayatollah Ali Khamenei, il vero capo del Paese. Si attivi visibilmente Zahra Behrouz Azar, che nel governo di Pezeshkian ha la delega alle donne e la famiglia. La Farnesina, che ha mandato l’Ambasciatrice italiana nel carcere di Evin a verificare le condizioni della giovane giornalista, continui con vigore a operare per il suo rilascio.

Cecilia Sala aveva dichiarato nel suo blog appena arrivata nel Paese di aver speranza che con il nuovo governo riformista, nei limiti del mandato, la condizione delle donne iraniane, vittime continue di violenze, repressione, negazione dei diritti, potesse migliorare, come anche noi organizzazioni auspichiamo. Adesso facciamo di tutto perché Cecilia venga liberata. Il suo volto sia visibile sui palazzi istituzionali delle nostre città” conclude Stilli