Dopo 466 giorni di sofferenze inimmaginabili e oltre 46.000 morti accertati, finalmente è stato raggiunto un cessate il fuoco che chiediamo diventi permanente. Una tregua che giunge troppo tardi, dopo una vendetta spietata che ha lasciato la Palestina mutilata e una popolazione privata di ogni diritto e dignità: un genocidio sostanzialmente compiuto. AOI accoglie questo accordo con speranza, pensando al respiro che potrà avere la popolazione, osservando i festeggiamenti e le lacrime delle persone che finalmente potranno abbracciare o seppellire i propri cari.
Ma la comunità internazionale che oggi esulta non può dirsi innocente. L’Europa, in particolare, ha mancato di assumere un ruolo attivo e determinante nella protezione della popolazione palestinese. Al contrario, molti Paesi europei hanno violato i propri obblighi, continuando a inviare armi e ignorando le disposizioni della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) e i mandati d’arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale (CPI). La mancanza di azione e di responsabilità politica ha alimentato l’impunità.
Gaza non esiste più: non ci sono scuole, ospedali, abitazioni, lavoro; le terre coltivabili sono state distrutte, e con esse ogni possibilità di sussistenza; la popolazione è stata privata di qualsiasi accesso ai diritti fondamentali.
Nel frattempo, Israele continua a bombardare e colonizzare la Cisgiordania, a criminalizzare le ONG e a calpestare il diritto internazionale con totale impunità. Ogni giorno assistiamo a nuove violazioni dei diritti umani e all’erosione del diritto alla vita per milioni di palestinesi. Siamo felici che gli ostaggi vengano liberati e ci auguriamo che anche i numerosi prigionieri palestinesi detenuti arbitrariamente e sottoposti a torture indicibili possano tornare a casa, affinché si possa intraprendere un percorso di giustizia e dignità per tutti.
Esortiamo tutte le parti a impegnarsi ad adottare tutte le misure necessarie per garantire che questo cessate il fuoco sia permanente, sostenibile e porti a una pace duratura e alla fine dell’occupazione.
L’attenzione non deve calare. Le tragedie umanitarie non finiscono con le tregue; spesso si intensificano nel silenzio mediatico che segue. AOI invita tutte le forze politiche, sociali e civili a mobilitarsi per chiedere giustizia e un futuro dignitoso per la Palestina.